venerdì 16 marzo 2012

la scoperta di Pag, l'isola lunare

così si presenta la costa di alcune delle isole del quarnaro,  Krk, Rab e Pag, soprattutto quelle di fronte alla costa.

Questa in particolare è Pag e ha il potere di "impressionare" molti turisti che poi affermano che le isole sono tutte spelacchiate, senza alberi!

Forse è vero, in quanto la bora d'inverno ce la mette tutta per limitare lo sviluppo della vegetazione, lasciando crescere quasi esclusivamente una particolare salvia dalle foglie piccole e saporitissime, cibo prediletto dalle tante pecore che pascolano all'interno di campi recintati dai muretti a secco.

Colpa della bora è della catena montuosa del Veldebit o del maltempo, dalla quale arriva un vento impetuoso e carico di salmastro che ricopre ogni cosa.
Addirittura si racconta che d'inverno con bora forte, sia pericoloso restare all'aperto a causa dell'aria satura di goccioline di salmastro che impedirebbe di respirare.


Quando però arriviamo nel lato verso il mare aperto, la vegetazione torna a essere presente e , in alcuni casi, diventa quasi rigogliosa.

Pag è una di quelle dove il vento ha lasciato evidente il segno e la vegetazione è abbondante solo in alcune zone protette.

Si arriva a Pag da due vie, via mare con il Traghetto da Prizna, sulla terra ferma, a Ziglien nel lato nord est dell'isola e via terra tramite un ponte nel lato sud dell'isola.

A volte capita che l'isola diventi completamente irraggiungibile a causa della forte bora, che ferma i traghetti e che impedisce a molti mezzi di attraversare il ponte (i camper le caravan, le auto con carrelli barca...).

Quando si raggiunge l'isola, qualunque dei due sia il punto di arrivo, si ha l'impressione di dover fare un rispettoso silenzio, ma passa, bastano pochi chilometri e  si incominciano a vedere le coste occidentali ben più riparate (almeno in estate) e con diverse macchie di vegetazione.

La strada corre abbastanza alta e si gode di un paesaggio notevole, una a una si distinguono tutte le isole esterne, quelle che guardano l'Italia.











in questa foto si vedono alcune isolette in una giornata di bora.







e in questa invece il paesaggio in giornata calma, il mare è uno specchio.















Uno dei villaggi che preferisco è sicuramente Simuni.
L'ho scoperto per caso, girovagando per l'isola in un giorno di cattivo tempo.
Pochissime case, (quasi 30 anni fa) e dietro al villaggio una pineta incredibilmente folta con al centro una spiaggia di sassi piccoli e con un mare stupendo.
La pineta allora era libera, solo qualche campeggiatore, e alcuni che arrivavano in auto o a piedi, ma pochissima gente.
Oggi pineta quasi dimezzata e sede di un campeggio molto grande. Peccato!


Nel villaggio, che è inserito in un porto naturale e, in un lembo di mare c'era un relitto, oggi c'è un marina ACI piuttosto bello.
Il villaggio si è sviluppato ma non troppo, insomma è ancora un piacevole piccolo paese.



Di fronte al paese c'è l'isola di Maun.









giovedì 15 marzo 2012

isole, isole, isole... meravigliose













ne sono innamorato sin dalla prima volta che ho visitato la Croazia, nel molto lontano 1974.

Con un gruppo di amici avevamo deciso di visitare questa nazione così diversa dall'italia del boom economico di quegli anni.

Una prima tappa a Rab che ci sembrava lontanissima.
Ricordo che al primo traghetto, credo a Senj, arrivammo alle sei di sera, dopo un viaggio massacrante.

Le strade non erano di certo quelle che sono ora (anche se alcuni dicono che non sono migliorate molto), le auto neanche (io avevo una fiat 850 spider, durissima nelle buche infinite) e la velocità media era molto bassa.

Il traghetto era al completo e non ci caricò, così ci consigliarono di raggiungere Jablanac, diversi km più giù, per prendere l'ultimo traghetto della giornata che partiva alle otto.

E via di corsa lungo quelle stradine senza parapetti o segnalazioni varie.

Riuscimmo a prendere quel traghetto e arrivammo a Rab dove cercammo il campeggio che mi aveva consigliato mio fratello... era a Lopar.

Montammo le tende al buio e i mattino dopo vedemmo la splendida insenatura.
Peccato che tutte le sere dall'altoparlante annunciavano "actung, actung, temporale in arrivo, ancorare le tende!"
E bisognava farlo davvero, la forza della bora ci spicchettava le tende e poco mancasse che volasse via tutto.
Ma il mattino dopo tutto era passato e, anche se nell'insenatura del campeggio l'acqua era bassissima fino a cento metri dalla riva, il paesaggio era stupendo.

Di quella vacanza ricordo molto bene che trovare del cibo nei negozi era una impresa colossale, tutti sempre desolatamente vuoti, ma nei ristorantini dell'isola si mangiava bene e si spendeva pochissimo.
Lì ho conosciuto i cevapcici, le polpette alla griglia di carni miste, ottime.

La vacanza però non era stata positiva e così per diversi anni non ci siamo più tornati.


Poi nel 1984 ho deciso che era ora di farlo anche grazie a un catalogo di case vacanza che le descriveva come molto grandi e a prezzi interessanti.
Così siamo tornati, prima una settimana a Pag e poi un'altra a Rab.

Da allora la mia frequentazione è stata assidua e ho cercato di visitare le isole che mi ispiravano di più.
Ma questo lo vedremo più avanti